Civiltà romana in Romania - Roma, Palazzo delle esposizioni, via Nazionale. febbraio- aprile 1970

Sabatino Moscati
Jaca Book

Carlo Lippolis
Silvana Editoriale

Ninive è una delle città più importanti della storia della Mesopotamia e la grande quantità di monumenti e reperti che essa ha restituito ne fa uno dei centri principali dell'archeologia mesopotamica. In questo contesto, una posizione di assoluto rilievo è rappresentata dal palazzo voluto, alla fine dell'VIII secolo a.C., dal re Sennacherib, le cui rovine si trovano nell'odierna città di Mosul, e che, sin dagli anni novanta, è stato oggetto di sistematici saccheggi da parte di predatori di antichità. Le drammatiche condizioni del sito, caso triste ed esemplare della situazione in cui tutt'oggi versa il patrimonio culturale iraqeno, hanno mobilitato l'Istituto Italo-Iraqeno di Scienze Archeologiche di Baghdad che, grazie al diretto interesse del Ministero italiano, ha potuto organizzare nel 2002 una prima missione di un team di archeologi, restauratori, architetti, chimici, petrografi e fotografi al fine di documentare quanto fosse rimasto, in particolare, dei rilievi della suite reale del palazzo. Grazie a questa iniziativa, inserita in una più ampia politica di salvaguardia del patrimonio culturale iraqeno, si è potuta documentare una delle meraviglie della produzione artistica assira e più in generale dell'intero patrimonio culturale dell'umanità. Il volume propone un'accurata sintesi del lavoro svolto, presentato al pubblico in occasione di una mostra a Torino.

Mortimer Wheeler
Res Gestae

Un resoconto avvincente delle spedizioni e dei viaggi che i soldati e i mercanti di Roma effettuarono oltre gli estremi confini dell'Impero. Fra mille avventure e pericoli, le battaglie, le conquiste militari, ma anche gli scambi commerciali con le popolazioni di Asia, Africa ed Europa, contribuirono enormemente a una reciproca contaminazione culturale e all'espansione dell'Impero verso terre sempre più lontane. La ricostruzione di Wheeler si basa principalmente su testimonianze di carattere materiale - merci ritrovate fuori dai confini o prodotti indigeni che presentano un'influenza romana - e su riferimenti riscontrabili in documenti di geografi, storici e autori di ogni lingua e paese.

Emmanuel Anati
Banca Popolare di Sondrio

Centro studi del vicino oriente
Edizioni Ares

Iaroslav Lebedynsky
Editoriale Jaca Book

Quasi tutte le lingue d'Europa e molte grandi lingue dell'Asia sono apparentate dal vocabolario e dalle strutture grammaticali e formano una famiglia chiamata convenzionalmente "indoeuropea", oggi come oggi la più importante al mondo. Come le somiglianze tra l'italiano, il francese e lo spagnolo si spiegano con la comune origine latina, quelle tra il latino stesso, il greco, lo slavo e il sanscrito indicano la provenienza da una fonte comune, una lingua madre battezzata "indoeuropeo". Da due secoli i comparatisti si sforzano di ricostruirne la fonologia, la morfologia e il vocabolario. Questa lingua è stata necessariamente parlata, in origine, da un concreto gruppo umano che chiamiamo gli "Indoeuropei". Quando e dove vivevano? Che cosa avevano in comune oltre alla lingua? Come si è diffuso il loro linguaggio? Possiamo ritrovare le loro tracce materiali? Numerose teorie pretendono di rispondere a tali domande, ma nessuna è ancora stata dimostrata compiutamente. Questo libro presenta le tre dimensioni essenziali del problema indoeuropeo: linguistica, culturale e archeologica. Ritraccia la storia delle ricerche fino agli sviluppi più recenti e più discussi (genetica delle popolazioni, "super-famiglia" di lingue...). Un posto di riguardo è riservato ai dibattiti attuali sull'associazione degli Indoeuropei a certi fenomeni archeologici, nonché sui loro legami con i popoli storici che ne sono gli eredi.

Paola Gribaudo
Electa

Peter Throckmorton
Istituto Geografico De Agostini

Siegbert Hummel
Ananke

AA.VV.
Arti Grafiche Friulane

Joseph Ki-Zerbo
Editoriale Jaca Book

AA.VV.
Skira